Risposte dell’oculista Dr.ssa Maddalena Forti

Quando è necessario farsi visitare da un oculista?

 

Oculista Milano

Bambini e Adulti:

I bambini dovrebbero essere visitati dall’oculista all’età di un anno, 3 anni e 6 anni (vedi sezione oculistica e bambini).
Per gli adulti sono consigliati controlli annuali; tuttavia, in assenza di problematiche, i controlli possono avvenire anche ogni 2 o 3 anni.

Quali problemi rendono consigliabile una visita oculistica?

Perché fare l’esame della vista da un oculista quando è possibile farlo gratuitamente nei negozi di ottica?

L’ottico non è un medico; l’ottico può misurare la vista e in alcuni casi, se scrupoloso ed esperto, può ipotizzare la presenza di problemi che impediscano la visione ottimale con la migliore correzione, ma non è in grado di formulare alcuna diagnosi di certezza e, proprio in quanto non medico, non può somministrare farmaci nemmeno sotto forma di colliri, tra cui quello per dilatare la pupilla, indispensabile per un corretto e completo esame della retina.

La competenza dell’ottico si esaurisce nella valutazione della capacità visiva e nella determinazione della necessaria correzione per raggiungere la miglior qualità visiva; tuttavia, di fronte a qualsiasi impedimento in questo senso, deve intervenire il medico oculista. Anche in caso di visione ottimale inoltre, possono esistere vizi refrattivi (come l’ipermetropia, soprattutto nei bambini) che vengono compensati dal paziente che è così in grado di raggiungere la migliore capacità visiva, al prezzo di uno sforzo accomodativo che può provocare affaticamento e cefalea.

Sono quindi consigliati un inquadramento dall’oculista e visite periodiche atte ad accertare la buona salute di occhio, annessi e sistema visivo nel complesso, che possono poi essere intervallati da semplici controlli della vista che sono possibili anche nei negozi di ottica.

A volte, quando sono davanti al PC, mi si offusca la vista per qualche secondo. È normale o dovrei farmi vedere da un oculista?

L’utilizzo prolungato del computer può senza dubbio determinare affaticamento visivo e comparsa di disturbi quali lacrimazione, bruciore e sensazione di corpo estraneo; questo si verifica principalmente perché la soglia di attenzione di fronte ad un monitor è aumentata e questo riduce la frequenza dell’ammiccamento, ovvero riduce il numero di volte in cui, involontariamente, apriamo e chiudiamo le palpebre; questo fa sì che il film lacrimale venga distribuito meno e meno uniformemente sulla superficie oculare; la cornea si trova così scoperta ed asciutta ed, essendo molto innervata, lancia segnali al cervello che vengono tradotti sotto forma appunto di bruciore, lacrimazione, offuscamento, sensazione di corpo estraneo.

La visita dall’oculista è senza dubbio utile innanzitutto a verificare se la correzione dell’occhiale in uso è adeguata oppure se è necessaria correzione qualora non utilizzata, ed inoltre può verificare lo stato di salute della superficie oculare.

Ho una piccola crosticina su una palpebra che va e viene senza mai guarire completamente. Cosa devo fare?

Tale condizione potrebbe essere espressione di un piccolo epitelioma, ovvero un tumore della pelle che, se non asportato completamente, può crescere sia esternamente che profondamente in modo progressivo. È necessario sottoporsi ad una visita oculistica per accertarsi della natura della neoformazione.

Quali sono esattamente gli esami che fa un oculista?

La visita oculistica inizia sempre con la determinazione della capacità visiva e dell’eventuale correzione necessaria per ottenere la miglior visione possibile, sia per lontano che per vicino.

In caso di riscontro di problemi a carico di una o più componenti del sistema visivo, l’oculista può ritenere necessaria l’esecuzione di altri esami o procedure che possono essere fattibili direttamente in studio oppure possono rendere necessaria una struttura ospedaliera dotata degli strumenti opportuni.

Di giorno ci vedo bene, ma la sera, quando guido, ci vedo poco. È normale?

La visione sfuocata in condizioni di scarsa illuminazione può essere segno di un vizio refrattivo mal corretto o non corretto, oppure del venir meno della capacità di compensare un difetto che abbiamo sempre avuto ma che fino a poco tempo fa non dava alcun problema. In casi estremamente più rari, la riduzione della capacità visiva al buio può essere causata da malattie degenerative della retina periferica.

Sono stanco di portare gli occhiali e sto pensando ad un intervento di chirurgia refrattiva. La correzione è permanente oppure dopo qualche anno potrei aver bisogno di rifarla?

L’indicazione ad un intervento di chirurgia refrattiva e la scelta del tipo di intervento, dipendono da moltissimi fattori che vanno dall’età del paziente, al risultato di tutta una serie di esami ai quali è necessario sottoporsi proprio per accertare che l’occhio sia in grado di essere operato e soprattutto quale sia l’intervento più adatto per quell'occhio e per quel problema refrattivo.

Ogni paziente ed ogni caso va quindi valutato attentamente e singolarmente; in mani esperte e con una buona selezione dei pazienti è infatti possibile ridurre notevolmente i rischi di complicanze legati a questo tipo di interventi.

Solitamente l’intervento è definitivo; è necessario però che il difetto refrattivo sia stabile; altrimenti con buona probabilità il risultato sarà parziale e necessiterà di revisione.

So che da qualche anno si fanno interventi laser anche per la presbiopia. Sono affidabili?

Esiste ancora una casistica molto scarsa a riguardo.

Un mio amico è diventato quasi cieco dopo un intervento di chirurgia refrattiva... vale la pena rischiare?

Non esistono, in assoluto, procedure chirurgiche che siano completamente esenti da rischi di complicanze; la scelta di sottoporsi o meno ad intervento di chirurgia refrattiva è dunque strettamente legata alle motivazioni del singolo paziente, così come accade per tutti gli interventi la cui indicazione non sia assoluta (interventi salvavita). Detto questo, una scrupolosa valutazione preoperatoria e l’affidarsi a strutture altamente specializzate, riduce notevolmente il rischio di complicanze.

 

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